Prestazione occasionali vietate per medici senza partita iva
In seguito a varie interrogazioni da parte dei medici, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito, con la risoluzione n. 41 del 15 luglio 2020, che tutte le prestazioni occasionali per un medico senza partita Iva sono vietate.
In pratica, questo vuol dire che le prestazioni occasionali non possono essere svolte dai professionisti iscritti all’Albo perché non sarebbero conciliabili con l’attività professionale.
I medici, quindi, dopo aver conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia che attualmente è abilitante, se vogliono svolgere delle prestazioni occasionali in questo ambito lavorativo devono necessariamente aprire la partita Iva ed emettere regolare fattura.
A sollecitare l’intervento dell’Agenzia delle Entrate è stato il caso di un giovane medico che, in seguito a delle sostituzioni da lui effettuate come Guardia Medica, chiedeva se l’inquadramento come prestazione occasionale fosse corretto.
Se questa questione era rimasta fino ad allora sostanzialmente senza una risposta chiara, dopo l’ultimo intervento dell’Agenzia delle Entrate nel 2020, la situazione è ora ben definita.
Quindi, il medico neoabilitato avrà due principali incombenze una volta iscritto all’ordine dei medici: aprire la partita Iva e stipulare un’assicurazione professionale. Per risparmiare su questo ultimo punto, consigliamo di orientarsi sulle polizze a lui dedicate, chiamate “assicurazioni giovani medici”.
Cosa si intende per prestazioni occasionali
C’è spesso molta confusione riguardo questa tipologia di collaborazione. Spesso, infatti, si pensa che se il compenso rimane in una soglia inferiore ai 5000 euro, queste attività lavorative non debbano essere dichiarate.
Questa errata convinzione ha indotto tanti professionisti, come i giovani medici, alle prese con sostituzioni e consulenze, a pensare di utilizzare liberamente la prestazione occasionale, magari perché spaventati dall’incombenza di aprire una partita Iva.
In realtà, quello che definisce l’attività lavorativa come prestazione occasionale non è la sua retribuzione, ma bensì la sporadicità della prestazione che, come si evince, appunto, deve avere carattere di discontinuità.
La risoluzione n.41 del 15 Luglio 2020 dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito quindi che la prestazione occasione è incompatibile con l’attività professionale svolta da chi è iscritto regolarmente all’Albo.
Questo chiarimento, quindi, inibisce qualunque professionista, non solo i medici, ma anche avvocati, notai, ingegneri, etc, dal fornire consulenza o svolgere attività come prestatori occasionali.
La legge 448/2001, all’art. 19, comma 11 recita che “tutti i laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, possono sostituire a tempo determinato medici di medicina generale convenzionati con il Servizio sanitario nazionale ed essere iscritti negli elenchi della guardia medica notturna e festiva e della guardia medica turistica”.
L’unico modo, quindi, se si è un medico di medicina generale o si è specializzandi o studenti di medicina generale e si desidera continuare a effettuare certe tipologie di prestazioni è, come abbiamo accennato, quello di aprire la partita Iva.
Per quali prestazioni è richiesta la partita Iva
L’apertura della partita Iva è spesso vista con timore dai professionisti che temono di doversi ritrovare a pagare tasse elevate. In realtà, l’apertura della partita Iva può essere una soluzione conveniente se si pensa che con il regime forfettario attualmente in vigore si è tenuti a pagare un’imposta che ammonta al 5%.
Con le prestazioni occasionali, invece, la normativa impone il 20% di trattenuta a cui poi andrà sommato il conguaglio IRPEF e una cifra addizionale d’importo variabile prevista dalla Regione o dal Comune.
Se si è medici, quindi, l’apertura di una partita Iva permette di eseguire alcune prestazioni che rientrano nell’ambito delle attività professionali previste dall’Albo, come la guardia medica.
All’apertura della Partita Iva è sempre consigliato stipulare un’assicurazione per giovani medici che possa tutelare il professionista in diverse attività lavorative.
Quando è permessa la prestazione occasionale per i medici?
In realtà, i medici possono svolgere prestazioni occasionali, ma solo se queste non rientrano nelle attività inerenti alla loro professione previste dall’Albo. Ovviamente, queste prestazioni devono essere sempre svolte in modo sporadico e non continuativo.
In pratica, un medico potrebbe fornire consulenza informatica o scrivere dei testi e venir retribuito per questo attraverso la ritenuta d’acconto che è la formula tipica della prestazione occasionale.
Per tutte le prestazioni inerenti alle attività legate all’Albo professionale dei medici, invece, è obbligatorio possedere la partita Iva ed emettere regolare fattura per lo svolgimento dell’attività autonoma.