Giovanni Bellini e le sue opere
Le origini
Giovanni Bellini è stato uno dei pittori più famosi di tutto il Rinascimento.
Noto anche con lo pseudonimo di Giabellino, Giovanni Bellini nacque a Venezia: la data non è sicura, ma si presume fosse il 1433.
Pittore italiano del Tardo Rinascimento, Giovanni Bellini nasce in una famiglia di artisti: è fratello di Gentil e figlio di Jacopo Bellini.
Non solo: Giovanni Bellini ha il suo primo approccio con l’arte, oltre che per il lavoro del padre e del fratello, grazie anche all’influenza di suo cognato, che è Andrea Mantegna.
Bellini nasce, praticamente, già calato in un ambiente artistico estremamente stimolante e ricco.
Diventerà uno dei maggiori artisti dell’arte veneziana, che portò dallo stile classico ad un nuovo livello. Di Giovanni Bellini si ricorda soprattutto la voglia di sperimentare nuovi stili, che egli applicò ai suoi lavori – influenzando anche molti altri artisti – senza tuttavia tradire mai i capisaldi dell’arte veneziana, anzi, riuscendo addirittura a valorizzare la forza della tradizione facendone un punto di riconoscimento.
Giovanni Bellini è sicuramente ritenuto uno dei principali pittori del Tardo Rinascimento e senza dubbio è una figura di spicco per l’arte veneziana dell’epoca.
Ciò nonostante, è curioso notare che nella sua biografia vi sono dei veri e proprio ‘buchi neri’, periodi a noi non noti e ancora non ricostruiti. A partire dalla nascita dell’artista, che sembra fosse secondo o terzo figlio di Jacopo Bellini.
Dato che Vasari scrisse che Giovanni Bellini era morto nel 1516 a 90 anni, si è giunti approssimativamente alla data di nascita.
Addirittura si discute se Giovanni Bellini fosse figlio legittimo o meno di Anna Rinversi e Jacopo Bellini: taluno ritiene che egli sia nato fuori dal matrimonio o che fosse figlio di Anna prima che si sposasse.
Bellini muore il 23 febbraio del 1506, secondo le notizie dell’epoca: al momento del decesso, la sua autorevolezza artistica è fuori discussione da anni.
La fase giovanile di Giovanni Bellini
In ogni caso, l’esordio artistico di Giovanni Bellini avviene attorno ad un periodo di circa cinque anni, collocato fra il 1445 ed il 1450.
I primi lavori di Giovanni sono sicuramente molto simili e ispirati a quelli che vedeva nella bottega del padre e nella bottega dei Vivarini, entrambe fra le più importanti della Venezia dell’epoca.
Nel 1459 viene annotato da un documento notarile che Giovanni Bellini vive da solo a Venezia: per questo attorno a quest’epoca qualcuno comincia a ritenere che il Bellini lavorasse già in autonomia.
Tuttavia questo non è possibile saperlo con certezza. Sappiamo che nel 1460, sulla Pala Gattamelata per la Basilica del Santo a Padova (oggi andata in parte perduta) c’era anche la firma di Giovanni Bellini, una delle sue prime commissioni, ma non da solo.
Attorno al 1460, Giovanni Bellini comincia a lavorare ad una serie di Madonne col Bambino.
I lavori dei quali parliamo sono principalmente piccole immagini, destinate a dei privati e non a delle chiese. Fra le opere di questo periodo, possiamo ricordare lavori come la Madonna che ora si trova al Museo Civico di Pavia, la Madonna Lehman, che si trova a New York, e la Madonna Greca.
Le prime opere di Giovanni Bellini, caratterizzate come abbiamo detto dalla figura della Madonna con bambino, rilevano uno stile allora in voga nella città dove lavorava, vale a dire lo stile bizantino e fiammingo.
Tuttavia Giovanni Bellini presentava nelle sue opere anche caratteri eclettici, dovuti all’influenza della scuola toscana e dall’esempio del cognato, il grande pittore Mantegna. Non bisogna sottovalutare lo scambio artistico e personale fra i due, che iniziò all’incirca nel 1453.
La fase dell’ispirazione a Mantegna
Giovanni Bellini, abbiamo detto, sviluppa uno stile di sperimentazione e personale.
Nei suoi lavori del 1460 e oltre si legge un pathos profondo ed una capacità di interpretazione del tema pittorico intima.
Oltre alle Madonne col Bambino, nella fase della maturità Giovanni Bellini dipinse anche numerose serie di Pietà, fra le quali ricordiamo quella famosissima della Pinacoteca di Brera (dipinta fra il 1465 ed il 1470) e quella di Rimini.
Un’altra fase della maturità del pittore è quella che, abbiamo detto, risente dell’influsso del cognato Mantegna.
In questa fase di Giovanni Bellini possiamo notare che la sua pittura va alla ricerca di forme arrovellate, le figure si fanno sottili, il paesaggio ritratto con linee più secche. In questa fase vengono dipinti lavori come la Crocifissione e la Trasfigurazione (che oggi si trovano al museo Correr), ma anche lavori che sono quasi sostanzialmente copia di quelli di Mantegna.
La Presentazione al Tempio di Giovanni Bellini è sicuramente una delle opere di Bellini che più platealmente si ispira a Mantegna, con tanto di autoritratto.
I lavori della maturità e l’ultima fase
Dopo i periodi di sperimentazione Giovanni Bellini raggiunge una sua maturità.
Verso il 1464 lavora col padre nell’esecuzione di quattro grandi trattrici per la Chiesa di Santa Maria della Carità a Venezia.
Parliamo del Trittico di San Lorenzo, il Trittico di San Sebastiano, il Trittico della Madonna e quello della Natività.
Giovanni Bellini produsse una autonomia lo splendido Polittico di San Vincenzo Ferrer per la basilica di San Zanipolo. Cominciano a delinearsi i tratti dell’autore: uso della luce radente dal basso, profondità della prospettiva, enfasi dell’anatomia umana, figure grandi.
Nella maturità di Bellini troviamo anche la Pala di Pesaro, un lavoro minuziosamente dettagliato, ma anche la Pala di San Giobbe, nella quale Bellini raccoglie a pieno lo stile siciliano che all’epoca era stato accolto a Venezia. Questa pala è un prodotto eccellente con una prospettiva tangibile, una scelta cromatica ricca.
Giovanni Bellini proseguì nella sua carriera nel 1490 dipingendo la Sacra Conservazione, oggi alle Gallerie dell’Accademia, lavoro nel quale si legge la maturità artistica del Bellini; contemporaneamente, Bellini si dedica alla produzione di ritratti di eccellente fattura.
Un altro importante lavoro di Giovanni Bellini è l’Allegoria Sacra, una delle opere più misteriose oggi conservata agli Uffizi: ancora oggi sfugge il significato di alcuni dei personaggi e simboli ritratti nell’opera.
Verso il 1500, Bellini si avvicina alla c.d. Maniera Moderna, un approccio nuovo alla pittura ed al rapporto fra le figure ed il paesaggio che condizionerà l’arte veneziana. Fra le opere di questo tempo, il Battesimo di Cristo, la Madonna del Prato, la Madonna col Bambino.
Nella fase finale della carriera di Bellini possiamo annoverare la Pala di San Zaccaria, che segnò la fine dell’ultima fase produttiva del pittore, che aveva 75 anni.